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Il cattolicesimo democratico non esiste

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Quell”acuto intellettuale cattolico che è Roberto de Mattei si è reso ancora una volta autore di una messa a punto in tema di libertà religiosa, sul suo sito “Corrispondenza Romana”, quanto mai completa malgrado la natura sintetica dello scritto, e della quale raccomando una utile presa visione. Ciò che vi leggerete non è il delirio di un nostalgico fascista o le idee di un irriducibile legittimista, ma è la vera dottrina cattolica in materia di libertà religiosa, quella che ancora si insegna nelle università pontificie serie e che, passata l”ubriacatura vaticanosecondista, sta timidamente riemergendo anche negli scritti destinati al popolo. E ciò ve lo dico con drammatica cognizione di causa, non solo perchè coi preti io ci lavoro, ma anche perchè teologia l”ho dovuta ahimè studiare. E l”articolo del Nostro costituisce senz”altro un pregevole distillato degli insegnamenti cattolici sul punto espressi nei modi e con i termini della logica tomista, ovvero di quella straordinaria cattedrale del pensiero teologico occidentale che ha costituito l”ossatura dell”agire cattolico dal Medioevo fino ai giorni nostri.

In forza di ciò, dunque, mi pregio sottoporre alla vostra attenzione alcune idee che ho nella testa:

1) Il cattolicesimo democratico non esiste. Toglietevelo dalla mente, è una pia illusione. E se esiste, o è rappresentato da squallidi resituati del Vaticano II ormai fuori tempo massimo tipo Rosy Bindi, oppure è tollerato dalle gerarchie ecclesiastiche per sole ragioni di opportunità, “in vista di un bene più grande da ottenersi o di un male maggiore da evitarsi”. Da ciò ne discende che, laddove possibile, la Chiesa non si farà scrupolo di pretendere la restituzione dello spazio sociale e politico che ritiene essere di sua naturale spettanza.

2) Il cattolicesimo politico va combattuto senza sosta. Quello politico, ribadisco. E lo dico io, che cattolico lo sono, perchè conosco i soggetti. Dobbiamo assolutamente rompere quella cinghia di trasmissione, rappresentata dai cattolici in politica, che lega il mondo delle istituzioni repubblicane alla gerarchia ecclesiale.

Queste conclusioni mi sono apparse nella loro lampante ed inevitabile crudezza qualche giorno addietro, leggendo della stentenza emessa in data 12 luglio dalla Corte di Giustizia dell”Unione Europea con la quale è stato confermato il divieto di commercializzazione per le sementi delle varietà tradizionali che non risultino iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Nella pratica la sentenza vieterà la circolazione delle sementi antiche che per millenni ci hanno nutrito, obbligando di fatto al consumo delle pochissime varietà proposte oggi dalle grandi multinazionali del settore agroalimentare. Inutile dire che così facendo la Corte di Giustizia ha violato uno dei più sacrosanti diritti umani, cioè quello di mangiare quel cazzo che ci pare. E lo dico con rabbia perchè il nostro corpo è fatto delle cose di cui noi ci nutriamo, siano esse le idee con cui veniamo a contatto e che facciamo nostre, o i cibi che ingeriamo per rigenerare e nutrire il nostro fisico. E la rabbia diventa doppia se penso che una spesa fatta con consapevolezza, consumando alcuni prodotti piuttosto che altri, è uno dei pochi modi che abbiamo per costruire un mondo più umano e giusto visto che certi poteri la politica non riesce più a governarli e tocca a noi, scegliendo cosa mettere nella sporta, dire di no a certe realtà agghiaccianti. Per non parlare poi della straordinaria bellezza della biodiversità, con i suoi colori, odori, sapori. Un Eden che, malgrado il peccato originale, non ci è tuttavia stato tolto e che ha riempito di bellezza la vita di tutte le generazioni passate.

Che centra questo con la Chiesa Cattolica? C”entra eccome! Perchè se noi non fossimo costretti a schiantarci di lavoro politico per strappare con le unghie e coi denti il diritto a sposare o ad accompagnarci con chi si vuole, a fare di noi stessi ammalati quello che più ci pare, a farci una benedetta canna quando aggrada, e numerosi altri diritti tanto razionalmente scontati quanto quotidianamente violati, noi forse avremmo anche le energie per protestare contro un lontano ed oscuro tribunale che ha deciso, lui per noi, cosa metterci nel piatto.

Pensate, dunque, a quanta è la capacità gessificante del cattolicesimo politico in Italia, oltre alle energie spese da parte nostra per cercare di ottenere l”ovvio.

E pensate a quanto grave è il corto circuito democratico che tutto ciò determina, alla quantità di idee insane che fa nascere nella mente di chi esercita il diritto di voto nel sempre più radicato convincimento che tanto non conviene votare o peggio fare politica perchè non cambierà mai nulla e quindi “sti cazzi, meglio stare al mare e leggere “Chi”!

E pensate alla conseguente autoreferenzialità di un ceto politico che finisce per essere chiamato a rispondere delle proprie azioni solo a quei poteri che dovrebbe governare e limitare. Chiesa compresa.

Una catastrofe, immane. Un”ecatombe di mancata serenità, di arretratezza culturale sempre più incolmabile, che si legge chiaramente sui volti della gente per strada. Non è solo la crisi economica a pesare, l”Italia non è mai stata ricca se non dal dopoguerra in poi eppure si è sempre qualificata come una Nazione allegra e cordiale. E” la mancanza di speranza, il senso di impotenza, che solca le rughe di un popolo ormai insanamente triste.

Ma tanto ai cattolici in politica che gli frega: l”importante è che i froci non si sposino, che l”eutanasia non ci sia, e che la “cultura della droga” non abbia cittadinanza.

E per i morti di cancro a causa della merda che mangiamo, ci sarà sempre il paradiso aperto.

Amen.

 


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