Oggi al Cardinale O’ Brien è stato ufficialmente ordinato dal papa di lasciare la Scozia allo scopo di “intraprendere un percorso di rinnovamento spirituale, preghiera e penitenza”. La “purificazione forzata” arriva alcuni mesi dopo che Benedetto XVI aveva preteso le sue immediate dimissioni da cardinale, impedendogli in questo modo di partecipare al conclave che avrebbe eletto il suo successore. In quell’occasione, O’Brien rilasciò una dichiarazione ambigua, in cui ammetteva che “vi sono state circostanze in cui la mia condotta sessuale si è dimostrata al di sotto del livelli che ci si attenderebbe da un prete, un arcivescovo ed un cardinale”.
Benedetto XVI reagisce in modo insolitamente muscolare e celere allo scandalo: scarica O’ Brien dopo neanche 36 ore dalla pubblicazione su The Observer delle rivelazioni di tre religiosi e di un ex seminarista, attualmente sposato, che sostengono di essere stati molestati sessualmente dal Cardinale. L’ex seminarista (che ai tempi dei fatti aveva 18 o 20 anni, a seconda del reporter) riferisce di un “approccio sconveniente” avvenuto dopo le preghiere serali; anche un altro dei denuncianti racconta di un “contatto inappropriato” iniziato da O’ Brien dopo la preghiera. O’ Brien si sarebbe comportato in modo non dissimile con un terzo prete nel corso di una visita presso la sua parrocchia. La quarta vittima avrebbe invece dovuto fare i conti con un “comportamento non desiderato” di O’ Brien al termine di una serata a due caratterizzata da elevato tasso alcolico.
Si noti che le rivelazioni dei quattro, che riguardano fatti avvenuti nel 1980, vengono date in pasto alla stampa circa una settimana prima del clamoroso passo indietro di Benedetto XVI; come pure la sospetta tempistica delle rivelazioni, consegnate alla stampa, guarda caso, una settimana prima delle (evidentemente-non-così-inattese) dimissioni del papa. Sembra proprio che qualcuno non volesse O’ Brien al conclave che avrebbe eletto il successore di Ratzinger.
E’ ovviamente impossibile commentare la condotta di O’Brien basandosi sulle pochissime informazioni di cui disponiamo. Si può però dire che tutte le persone coinvolte erano, ai tempi dei fatti adulte (è importante precisarlo, vista la frequenza con cui a quanto pare preti impuniti e degenerati si avventano sui minori). Sul consenso delle presunte vittime, in effetti, non ho le idee chiare: un prete ha grande soggezione dell’autorità “spirituale” di un collega anziano, è vero. Ma possiamo anche ipotizzare che essa evapori in un amen nell’istante in cui essa diventa uno strumento di potere e di assoggettamento (sessuale).
Se i fatti contestati sono realmente accaduti, O’ Brien avrebbe usato il suo potere materiale in modo inappropriato, se non propriamente violento – come sostiene assai pragmaticamente uno dei quattro accusatori, del resto, “il cardinale è più che un capo, più dell’amministratore delegato della società per cui lavori. E’ in grado di spostarti, bruciarti la carriera, relegarti in un cantuccio… controlla ogni aspetto della tua vita. Non puoi permetterti, semplicemente, di dargli un calcio nelle palle” (altro che autorità spirituale!). E quindi, sempre nell’ipotesi che le accuse siano fondate, O’ Brien non è certo un agnellino.
Eppure la sua condotta, per quanto possa ipoteticamente risultare riprovevole, è molto meno grave di quella tenuta ad esempio da altri due cardinali, Roger Michael Mahony, arcivescovo di Los Angeles e Seán Baptist Brady, primate di Tutta l’Irlanda. Il primo, come chiarito da un’inchiesta interna, è colpevole dell’insabbiamento di ben 129 casi di abuso su minori. E personaggio talmente improponibile che persino i cattolici americani (evidentemente meno pecoroni dei compagni italiani) hanno organizzato una petizione per impedirgli di partecipare al conclave (non che qualcuno a Roma abbia dato loro retta, però almeno ci hanno provato). Mentre un’inchiesta della BBC del maggio 2012 ha chiarito le gravissime responsabilità di Brady nella gestione (o per meglio dire nella non-gestione) del caso Brendan Smyth, un prete pedofilo da Guiness dei primati. Benché avvisato da più fonti dei delitti di Smyth, Brady sentì solo un paio delle vittime e si limitò ad a far loro giurare che non avrebbero rivelato nulla di ciò che era loro accaduto. Almeno altri due bambini sono stati abusati dopo l'”inchiesta” interna di Brady del 1975. Le mani di Brady sono dunque sporche del loro sangue.
Eppure sia Brady che Mahony continuano a mantenere le loro posizioni di potere e i relativi privilegi; e per di più sono stati tra i “santi uomini” che hanno eletto papa Francesco. Mentre O’ Brien è stato dapprima sollevato dall’incarico e poi esiliato dalla Scozia. O’Brien ha inoltre fatto pubblica ammenda della sua condotta ed ha invocato su di sé la clemenza che la sua religione (almeno in teoria) riserva di peccatori; mentre gli altri due religiosi, a dispetto dei santi (è il caso di dirlo), continuano a giustificare il proprio indifendibile operato. Perché? Viene il sospetto che c’entri qualcosa quella dichiarazione resa da O’Brien alla BBC Scotland solo qualche giorno prima della pubblicazione delle accuse nei suoi confronti, nelle quali il cardinale sosteneva che ai preti dovesse essere concesso di sposarsi e di avere figli. Forse è per questo che qualcuno non voleva O’ Brien a Roma…