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Cercasi Gesù: Beppe Grillo e l’ipocrisia cattolica

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Non so se ve lo ricordate, ma nel 1982 Beppe Grillo tentò la carriera cinematografica collaborando con Luigi Comencini su una produzione liberamente ispirata a L’idiota di Dostoevskij. Il film, Cercasi Gesù, vedeva Grillo come protagonista nei panni di un sempliciotto sbucato dal nulla e assoldato da un’editrice cattolica per rappresentare il volto moderno del Cristo.

In una critica serrata della società italiana degli anni ’80, Grillo e Comencini mostravano tutta l’ipocrisia di una Chiesa desiderosa di mostrarsi al passo coi tempi e sostenuta da una gerarchia ecclesiastica alla scoperta del marketing, ma al tempo stesso incapace di liberarsi del suo fardello di avidità secolare, intolleranza e paura del nuovo.

Grillo incarnava perfettamente il potenziale dell’uomo della strada, intellettualmente semplice ma di un’onestà disarmante, che preferisce passare il suo tempo tra bambini handicappati e terroristi redenti piuttosto che sporcarsi le mani con gli affarucoli di scribi e farisei vaticani. Proprio come il Gesù dei Vangeli, il personaggio del comico genovese metteva alla berlina le contraddizioni dell’autorità religiosa con esempi di reale virtù e azioni di umana solidarietà.

Un Beppe Grillo coraggioso insomma, che non esitava a puntare il dito contro la Chiesa cattolica pur mantenendo una sobrietà nei toni e nei contenuti molto distante dai metodi adottati in tempi più recenti. Era la coscienza a parlare all’epoca, non lo stomaco di un branco di elettori incazzati e sbraitanti. Una coscienza che sembra ora del tutto scomparsa, per fare spazio a un mix ributtante di attitudini forcaiole, realpolitik e semplice indifferenza per tutti quei temi che esulano dalla rabbia della gggente.

A quanto pare, il ddl Cirinnà rientra perfettamente quest’ultime due categorie, laddove l’opinione di una minoranza cattolica all’interno del M5S e un probabile disinteresse personale per le questioni civili sono bastate a Grillo per proclamare la “libertà di coscienza” sul voto al Senato, sabotando di fatto l’iter futuro del disegno di legge. Un intervento a gamba tesa che, ben lungi dal garantire genuini spazi di manovra ai parlamentari grillini, rischia in un’ultima analisi di consegnare il destino dei diritti omossessuali nelle mani del solito Cattolicesimo di regime.

Chissà cosa direbbe oggi, di tutto questo, il Gesù di Grillo e Comencini.


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